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Nuove corone per la sacra effigie della Protettrice di Matera: un dono prezioso alla Madonna della Bruna per dimostrare la venerazione dei fedeli

Posted on 21 Ottobre 202419 Ottobre 2024

“La loro preziosità è data dalla comunità dal popolo dei devoti che vogliono amare anche attraverso questo gesto questa mamma.” Lo ha affermato venerdì sera a Matera nella Basilica Cattedrale, Don Francesco Di Marzio, delegato arcivescovile, alla presenza di S. E. Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico presentando il progetto per la realizzazione delle Nuove Corone per la Sacra Effigie della nostra Protettrice.

“L’idea di realizzarle nasce dal voler omaggiare la nostra mamma con un dono prezioso e per dimostrare la venerazione del popolo dei fedeli di Matera e dell’intera Arcidiocesi. Vogliono sottolineare di essere figli che amano una mamma dolcissima. Se dovessimo chiedere alla Madonna della Bruna se vuole questi doni, come ogni mamma direbbe di no, sa che i suoi figli hanno altri bisogni e altre necessità. Decidendo di farle questi doni, non è perché siamo disobbedienti ma perché l’amiamo e vogliamo donarle un segno prezioso sia per il metallo che verrà utilizzato sia perché espressione della devozione popolare. Ognuno di noi, con la propria goccia – economica o sotto forma di monile offerto per essere fuso – testimonierà il proprio essere figli che amano il Vangelo della pace, della salvezza e della gioia. Sono due segni, insomma, che vanno al di là della preziosità materiale”.

La fase progettuale è stata avviata da un orafo materano, Francesco Iacovone, da quarant’anni a Vicenza dove è titolare di un’azienda orafa: “Con questa iniziativa desideriamo ricordare la figura di nostro padre Giovanni, fortemente legato alla festa della Bruna non soltanto per essere stato per molti anni cavaliere prima e poi vessillifero della Cavalcata, ma anche perché è stato il creatore di corazze e di elmi metallici che completano l’abbigliamento dei Cavalieri della Bruna. Con la collaborazione del designer Alberto Ruperti di Bassano del Grappa, abbiamo inoltre progettato e realizzato anche una riproduzione in scala delle due tipologie di elmi caratteristici della sfilata della festa: quello del cavaliere e quello del generale”.

Una curiosità: il figlio di Francesco, Giovanni, gioca a calcio in Veneto ed è stato riconosciuto come fra i migliori portieri della la provincia. Il titolo che riportava il Giornale di Vicenza era “Iacovone, Matera nel cuore e un cavaliere portafortuna” in quanto gli era stata regalata una maglietta con l’immagine di un cavaliere.

I rilievi preliminari e l’analisi tecnica sono stati curati da Rocco Festa di Erreffe Progetti Srl.

“Quella dell’incoronazione è una tradizione che risale all’antichità. – precisa Franco Moliterni, responsabile del settore Cultura dell’Associazione Maria SS. della Bruna e curatore della brochure In onore di Maria SS. della Bruna e a devozione del popolo a supporto del progetto – Infatti molte Madonne, anche in epoca medievale, sono incoronate, una caratteristica regolamentato dopo il 1636 a seguito del lascito di Alessandro Sforza. Con il suo testamento dispose una cospicua rendita a favore del Capitolo Vaticano per poter incoronare le immagini mariane note per antichità e miracolosità. Proprio da questo fondo ci furono i proventi con cui il Capitolo Vaticano assegnò alla nostra Madonna della Bruna il grande privilegio di essere incornata, nel 1843, con una corona d’oro. Nel testamento era disposto che la corona non poteva essere tolta dall’immagine: nella sua bontà, il conte Sforza pensava che nessuno avrebbe mai potuto sottrarre un oggetto così sacro dal capo della Madonna. Cosa che invece accadde a Matera nel novembre 1964. L’anno successivo il canonico don Giacinto Paolicelli promosse una raccolta fondi e fu incoronata nuovamente la Madonna della Bruna che viene intronizzata in cattedrale.

Le corone che noi vorremmo fosse fossero create di nuovo riguardano la statua della Madonna della Bruna portata in processione sul carro: le sue corone furono trafugate a loro volta nel 1983 e, da allora, porta corone non sue, non sappiamo a quali statue appartengono”.

Nell’opuscolo curato da Moliterni sono narrati l’aspetto liturgico e le vicende storiche con interventi del presidente dell’Associazione Maria SS. della Bruna Bruno Caiella, don Francesco Di Marzio, don Angelo Gallitelli, Marco Pelosi, Rocco Festa, Francesco e Giuseppe Iacovone.

L’iniziativa può essere sostenuta secondo le seguenti modalità: donazione, raccolta di monili e preziosi e raccolta fondi. Ogni offerente verrà iscritto/a nell’albo dei donatori.

Rossella Montemurro

Foto Michelangelo Tarasco

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